Nell’universo parallelo che Beppe Grillo ha pensato per noi, e che schiere di grillini neoletti parlamentari e senatori si apprestano a realizzare, si è pensato proprio a tutto. Il termine “partito” non lo vogliono e non possono accettare, giacchè la definizione scelta è “movimento”: di persone, di idee, di forza vitale che sale dal basso per contaminare le alte sfere. Movimento o partito che sia, una base morale non guasta. È funzionale a conferire spessore all’impegno dei singoli, a illudere che non ci si occupi solo di piste ciclabili e PDmenoelle.
Se si ha il tempo e la voglia di affondare le mani nel vangelo di Grillo, restano impigliati tra le dita anche codici di comportamento, visioni millenerastiche, che definiscono il corpus morale del movimento, delineando contorni più da setta religiosa che da movimento di rinascita civile.
Qualche esempio?
Non più tardi di 5 giorni fa, parlando dell’elezione del nuovo Papa Francesco, Beppe si sbraccia: “Il M5S è nato, per scelta, il giorno di San Francesco, il 4 ottobre del 2009. Era il santo adatto per un MoVimento senza contributi pubblici, senza sedi, senza tesorieri, senza dirigenti. Un santo ambientalista e animalista. La politica senza soldi è sublime, così come potrebbe diventare una Chiesa senza soldi, un ritorno al cristianesimo delle origini”. Si apprende quindi che il M5S ha un santo patrono, una ispirazione dichiaratamente pauperistica, e una volontà di contribuire al ritorno della Chiesa delle origini – tema caro a decine e decine di sette religiose naufragate nel misticismo new-age. Tema caro anche a Dario Fo, grillino entusiasta e dallo stesso Beppe proposto per il Quirinale, quando anche lui ha dovuto ammettere che forse era davvero troppo. L’entusiasmo per il nuovo Papa è forte, tanto forte da sbilanciarsi decisamente alla difesa (d’ufficio, a quanto pare) contro il nemico di sempre: i giornalisti, “colpevoli” di scavare nel passato del successore di Pietro.
Nessuna richiesta di pagamento IMU questa volta, di uno che si chiama Francesco ci si può fidare. Qui secondo me si allarga parecchio: nel delirio mistico di Grillo anche il Papa è prodotto dello stesso epocale cambiamento di cui i grillini sono la civileespressione.
Piace quindi il pauperismo, soprattutto nella Chiesa.
Piace molto Padre Zanotelli e per motivi del tutto analoghi piaceva molto anche il Prof. Di Bella. Ne avevamo già parlato.
Era lo spettacolo in cui Grillo, vestito da frate invasato, perorava la causa di “quest’ometto corretto, che parla pacato, che dà ai malati l’acido ascortito che costa un centesimo della Vitamina C…”. Un omino che va in bicicletta (ne possiede 5, di cui 4 tutte rotte, ci fa sapere Beppe) e che fa le cose gratis, quindi da eretico, e quindi nella ragione, non perché la cura proposta fa bene in quanto tale, ma per come viene presentata. E giù a tuonare contro il “gotha, il monastero della medicina”. E Rosi Bindi che brutta figa, e la lobby del farmaco quà, i medici là. La solita storia di sempre.
I contorni della setta fanno ormai fatica a restare nascosti. C’è il codice di comportamento (il bed and breakfast per i parlamentari invece dell’albergo, il divieto di parlare con i giornalisti), c’è tutta l’isteria del movimento che deve sentirsi assediato per restare compatto. Grillo, che nel frattempo tiene molto a farci presente che lui non è stato eletto né mai lo sarà, detta la linea. Minaccia espulsioni, vieta alleanze, nomina capigruppo, sputazza contro i giornalisti.
Poi però perdona, e ci tiene a dire così.
Li perdona perché in fondo chi del suo gregge ha sbagliato lo ha fatto “in buona fede”: insomma padre perdonali perché non sanno quello votano.
Ma sempre da non eletto, sia chiaro. E quindi in qualità di cosa?
Guai a parlare di capo, di guru. Di ispiratore forse, ecco quello si può dire.
Guai a parlare anche di soldi sia chiaro. Quelli fanno male e rovinano tutto: meglio la politica fatta senza soldi, la religione fatta senza soldi, la scienza fatta senza soldi: così’, andando avanti a botte di culo.
Probabilmente la parte più succosa di tutto questo discorso sta nella vera Bibbia del Movimento, “Siamo in guerra”, il libro di Casaleggio&Grillo.
Ma io non lo so se me la sento, secondo me è tosto, poi non dormo.
Che faccio lo leggo?
Su Amazon consta 3.99 2.99 (oggi è in saldo) e volevo sapere se il comitato editoriale di Libernazione mi poteva rimborsare. Oppure, Capriccioli, tu che sei commercialista, dici che lo posso scaricare a fine anno?