Non so se Ilaria Cucchi abbia fatto bene o abbia fatto male, a pubblicare su Facebook la foto di uno dei carabinieri sospettati di aver picchiato a morte il fratello.
Non lo so, e onestamente non mi interessa saperlo.
Mi interessa molto quand’è lo Stato, a violare i principi di garantismo dei quali dovrebbe essere il primo custode; mi interessa quando a farlo sono gli organi di informazione, che in quanto tali dovrebbero rispondere a un codice deontologico preciso e inderogabile; ma che lo faccia un privato cittadino, assumendosi consapevolmente la responsabilità delle proprie azioni, mi sembra tutto un altro paio di maniche.
Esistono, com’è noto, norme di legge in base alle quali Ilaria Cucchi potrà essere querelata e sanzionata per aver pubblicato quella foto: e se in futuro dovesse rivendicare il diritto di non dover rispondere del proprio comportamento sarei il primo a scandalizzarmi, a criticare aspramente lei e chi dovesse sostenerla.
Senonché, Ilaria questo non l’ha fatto. Non ha preteso, e neppure richiesto, alcuna impunità. Non credo, non mi pare, sia minimamente intenzionata a farlo.
Ecco, finché non lo farà continuerò a non vedere alcuno scandalo, e il mio punto di vista resterà lo stesso: non so se abbia fatto bene o abbia fatto male, a pubblicare quella foto.
E onestamente non mi interessa saperlo.

Il requiem del garantismo nell’opinione pubblica
Ce l’hanno fatta, alla fine, e non era poi così difficile da prevedere. Nel ciclone retorico
Il punto è proprio questo: tutti a guardare il dito, perdendo di vista la luna.
Ha fatto bene eccome………………………….
Sta andando sempre più di moda il tribunale del popolo, bene; Grillo miete successi.
http://malvinodue.blogspot.it/2016/01/blog-post_5.html#comment-form