Vaccinazioni, Red Ronnie e Nicola Porro: questa non è democrazia

Parliamoci chiaro: Luca Mazzone, autore di questo post, la puntata di Virus sulle vaccinazioni non l’ha proprio vista. O, se l’ha guardata, forse nel frattempo stava facendo altro (stirare? Leggere un Harmony? Scommettere alle corse dei cavalli?).
Perché un conto è rivendicare il diritto a informare e a mostrare l’ignoranza per quello che è (perfettamente incarnata, nel caso specifico, dalle teorie di Red Ronnie), ma tutto un altro paio di maniche è difendere un prodotto destinato al pubblico generalista che presenta il dibattito su un problema scientifico come “confronto fra idee”. D’altronde, ‘Il contagio delle idee’ è proprio il titolo che il giornalista Nicola Porro ha voluto dare alla parte del suo programma dedicata ai vaccini, quasi a sottolineare che, in fondo, le personalissime opinioni di un DJ degli anni ‘70 hanno lo stesso peso dei dati presentati da un virologo di lungo corso, Roberto Burioni. E se questo non fosse stato abbastanza chiaro abbastanza sin dall’inizio, a un certo punto è lo stesso Porro a ricordare agli ospiti che l’intervento di Eleonora Brigliadori, attrice e conduttrice televisiva convertitasi all’antroposofia, è una “posizione da rispettare e da sentire”, esattamente come i fatti riportati qualche minuto prima dal medico e ricercatore Burioni.
Tutto questo basterebbe di per sé ad affossare la credibilità di un talk-show che vorrebbe fare informazione (dati scientifici ≠ opinioni), ma fingiamo, anche solo per un attimo, di sostenere la necessità del dibattito ad ogni costo (in nome di una presunta quanto fittizia potenzialità euristica della discussione da bar), e andiamo a vedere concretamente fino a che punto si è spinta la par condicio del conduttore Nicola Porro. Nel corso della trasmissione, il dottor Burioni interviene solamente una volta, mentre Red Ronnie prende la parola a ben tre riprese, alternato da un mix di opinioni (favorevoli o contrarie) di non-specialisti, genitori con esperienza traumatiche di vario tipo e gente fermata per strada (sic!). Il segmento si conclude poi con il delirio di Eleonora Brigliadori, che di fatto chiude la discussione senza che l’unico scienziato presente in diretta abbia la possibilità di replicare alle baggianate dell’attrice; al netto di 31 minuti circa di dibattito a Burioni viene lasciata la parola per soli 3 minuti – meno del 10% della durata complessiva del programma.
Insomma, alla scienza è stato lasciato ben poco spazio nel salotto democratico di Nicola Porro, che a quanto pare preferisce dar libero sfogo ai matti del villaggio piuttosto che approfondire la questione con la deontologia professionale che il suo ruolo richiederebbe. Qualunquismo non è progressismo, caro Luca Mazzone, e la libertà d’opinione a cui fai appello con tale veemenza nel concreto si riduce a puro brainwashing mediatico. Tanto più che qui vi è in ballo la salute dei minori, non qualche principio libertario sparato a caso giusto per compiacersi della propria onestà intellettuale.
Onestà intellettuale di cui, nel caso di Porro, non si è proprio vista ombra.